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La finestra al di là degli infissi
...nell’arte e nell’illustrazione
Il ruolo svolto dalla finestra, all’interno dell’arte, si rivela fondamentale non solo in qualità di infisso e in relazione a telaio o tipologia di vetri, ma anche nella sua accezione più metaforica.
La finestra nell’arte
Nelle opere di alcuni artisti come: Albrecht Dürer, Lorenzo di Credi e Pieter de Hooch, la finestra diviene “Il punto di partenza per l'organizzazione del paesaggio, in base a una precisa prospettiva in grado di misurare lo spazio”.
Considerata dal punto di vista della sua funzione, la finestra si evolve, rivelando nell’800 una connotazione introspettiva. Si presenta metaforicamente come soglia a cavallo tra lo spazio interno dell’artista e un mondo esterno complesso, ricalcando fedelmente i principali argomenti del Romanticismo. Nel periodo Impressionista e Post-Impressionista i limiti tra interno ed esterno si rivelano ambigui, disperdendosi tra ante, specchi, vetri e tende. Il confine si dissolve completamente con le avanguardie storiche della Metafisica e del Surrealismo. Ambiguità e mistero mettono in scena una rappresentazione esistenziale ed emotiva della realtà negli scenari apparentemente senza logica, senza coerenza di De Chirico e di Magritte.
L’artista statunitense Mark Rothko cita Michelangelo, riproducendo le finestre cieche e i serramenti classici della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Le sue opere riproducono spazi chiusi dai quali è impossibile uscire e assumono una carica fitta di astrazione emotiva.
Da ieri a oggi, cosa è cambiato?
In misura maggiore o minore, a seconda dei momenti storici, il mondo è sempre stato percepito come separato in due: il mondo interno, teatro di sentimenti e pensieri privati: spazio conosciuto, familiare, sicuro; e il mondo esterno, pubblico, dove ciò che accade è alla luce del sole: spazio sconosciuto, luogo di desiderio e avventure, pericoloso o seducente. Nelle arti figurative, la tensione tra questi due mondi (esterno e interno), si è spesso incarnata nell’immagine della “finestra”. La finestra è quell’apertura che rende la membrana tra dentro e fuori penetrabile. Si potrebbe addirittura tracciare una storia della percezione umana tra interno ed esterno, solo analizzando le rappresentazioni nell’arte e nella letteratura della “finestra”.
Nel Rinascimento la finestra aveva una funzione di “veduta”. Non è un caso se nella pittura di questo momento storico-artistico, sia difficile rintracciare i confini delle finestre. La finestra era un pretesto per portare dentro, la bellezza scenografica del mondo, e aveva una funzione puramente estetica.
Con l’avanzare della dimensione borghese della vita privata, il mondo interno diventa quello privato della ‘casa’. Casa non più solo come spazio dove rifugiarsi dalle intemperie, ma casa come spazio simbolico che separa ciò che è familiare da ciò che è estraneo.
Uno spazio tra due mondi
L’interno della casa è lo spazio degli affetti, lo spazio femminile dell’attesa, dei lavori e della tranquillità domestica, mentre l’esterno è lo spazio dell’avventura, della scoperta, dell’ignoto.Chi abita l’interno può essere spaventato dal desiderio di uscire, oppure voltare le spalle alla finestra e scegliere la tranquillità di una vita silenziosa e privata.
Molto spesso la finestra svolge semplicemente la sua funzione di apertura su un paesaggio esterno, in questo caso il soggetto è ripreso in un atteggiamento contemplativo. È un’immagine solitamente usata nell’illustrazione perché il bambino è spesso confinato in casa. Il mondo esterno è ancora troppo grande e pericoloso per lui, e deve rassegnarsi a osservarlo.
Dipende dai punti di vista…
È importante, nell’analizzare le finestre, vedere dove l’artista ha posizionato il suo cavalletto. La finestra può essere inquadrata dall’esterno, e diventa allora un “quadro” che isola una scena a cui non possiamo accedere.
Ma se a entrare è invece qualcosa di più reale, fisico e meno simbolico, l’entrata del mondo esterno in quello interno sarà sempre inquietante o altamente drammatica: perché, benché trasparente, la finestra ha il ruolo specifico di tener ben sperati i due mondi. Oppure, perché la fusione dei due mondi non risulti inquietante, bisogna che uno dei due perda un po’ della sua realtà: è il caso in cui a uno dei due mondi viene assegnato il ruolo di spazio del sogno o della fantasia.
Alla dialettica tra esterno e interno, subentra quella più conosciuta tra mondo della fantasia e mondo della realtà, e la finestra diventa, allora, il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è.